Per scartare da percorsi consueti, strade battute, tavole note, chef celebrati ed al contempo fuggire l’assedio dei lancieri della gastrite, in special modo quando si decide l’esplorazione di luoghi di mare congestionati dalla loro stessa fama prima che dalle orde dei barbari dello gnocco alla sorrentina, occorre con umiltà far voto a Minerva. La dea della saggezza, presentatasi sotto le vesti di un affidabile suggeritore, per ripagare gli antichi suoi fedeli ci conduce lì dove remotamente si celebrava il suo culto e dove tutt’oggi la basilica più importante sorge nel luogo dell’antico suo tempio, Meta di Sorrento. Un comune che è un traguardo, un obiettivo da perseguire con tenacia e pacatezza. Quante volte stoltamente abbiamo solo attraversato con fastidio questo paese, intasato dal traffico degli eretici, e noi tra questi, diretti verso altre mete, tutte con la emme minuscola seppur più rinomate. Il buono era lì, sotto i nostri occhi che, infedeli, non vedevano Meta di sotto.
Si rotola giù, verso la costa, con una discesa serpeggiante. Il mare rilucente, quieto, limpido ed il tufo morbido stringono in un abbraccio caldo e gratificante chi giunge sin qui, in questa conca.
La Conca, del resto, è il nome che Antonio Cafiero ha scelto per il suo ristorante. Ha sempre abitato qui, ci dice, come il padre e il nonno, pescatori entrambi. Affabile e sornione, ha un espressione che pare ruvida di brezza e solitaria di capitano sagace, pronto ad ogni mare. Non appena stuzzicato, però, rivela cordialità e si apre con simpatia ad ogni discussione. Sa e racconta che la freschezza del pesce un tempo si esauriva in uno stretto lasso di tempo ed il prezzo di vendita denunciava l’orario del pescato: di meno costavano i pesci della mezzanotte, un po’ in più quelli di mezza nottata e il prezzo più alto era per i pesci tirati su all’alba.
Il pesce sciabola si portava a casa e senza gli strumenti di refrigerazione che si hanno oggi andava consumato presto perché “ogn’or cagn sapor” (ogni ora che passa cambia sapore). Delicatissimo, insomma.
Il timoniere Antonio accoglie con toni garbati ed affettuosi i clienti, per lo più abituali, di questa tolda appena sopra la spiaggia acciottolata.
Il menù non può che muoversi tra reti dei pescatori, vegetali della piana sorrentina, tradizione marinara, piccoli estri mediterranei.
Irrinunciabili, per iniziare, le alici marinate senza prevaricazione di aceto, servite con zeste di limone e di arancia. Tra i primi, oltre i sublimi spaghetti con le vongole la cui cottura è condotta a perfezione, saporita la poseidonia (formato di pasta di casa) con carciofi e pesce spada. Armoniose e delicate, fuori carta, le linguine con ricciola e mandorle.
Abbiamo intuito da brevi discussioni con Cafiero, durante il pasto, che il pesce sciabola è il principe della cucina e così non possiamo evitare di ordinarne la parmigiana: due trancetti di pesce indorati e fritti, farciti con provola e melanzane. L’abbinamento pesce – formaggio – ortaggi sublima l’intero paesaggio costiero. Abbiate cura di sedere fuori se il tempo permette e accomodatevi sguardo a sud – ovest, verso Sorrento. I sensi si completano, lo splendore della falesia tufacea si coniuga e fonde con quello delle prelibatezza che state mangiando. Se la pace dei sensi deve pur giungere, attenda questa esperienza.
Ottimi e ineccepibili anche i fritti.
Dolci fuori dalla retorica della tipicità e territorialità, curati personalmente dal titolare. Gelato fatto in casa di rara squisitezza, da non perdere quello al gusto di vaniglia.
Piacere di arrivarci: *** panorami mozzafiato, strade tortuose, un po’ di inevitabile traffico.
Piacere di essere accolti: **** cordialità informale, ambiente marinaresco, giusta spaziosità dei tavoli
Piacere del desinare: **** ottima cucina, servizio rapido ed attento, carta dei vini ristretta ma selezionata, mise en table informale coerente con il tono complessivo
Piacere dopo pasto: ***** prezzi più che equi (€ 40 per menù completo a base di pesce), possibilità di passeggiata sul mare o nel paese o nelle rinomate località adiacenti
La Conca III Traversa Alimuri – Meta di Sorrento 081 5321495 www.ristorantelaconca.net articolo apparso sul “ROMA” del 20 giugno 2015 nella rubrica Odissea Gastronomica