Si gioca sul tempo e Slow Food pubblica già a settembre, in anticipo rispetto a tutti gli altri competitors, la 25° edizione della sua guida più popolare, “Osterie d’Italia”, edizione 2015.
Un guida obbligatoria per chi vuole conoscere a tavola le autenticità dei territori.
La guida è stata presentata ai giornalisti pochi giorni fa a Roma e come sempre sono state rese note le “chioccioline”, omologhe slow delle ambite stelle Michelin. La chiocciolina, infatti, viene attribuita dai redattori, diretti e coordinati da Marco Bolasco ed Eugenio Signoroni, a quelle osterie che meglio incarnano i valori dell’associazione di Bra: buono, giusto e pulito.
Le “chiocciole” 2015 sono 241 (nove in più che nell’edizione precedente), 1773 invece i locali complessivamente inclusi nella guida (erano 1709 nell’edizione precedente).
La Campania è la terza regione d’Italia per numero di chiocciole, avendo ben 20 segnalazioni. Di più solo la Toscana con 29 ed il Piemonte con 26.
Se qualche scelta non convince del tutto, è da rimarcare il pesante effetto della devastazione del territorio nel casertano dove, nonostante la presenza di produzioni di eccellenza come la mozzarella di bufala, non esiste, di fatto, una ristorazione capace di resistere e rappresentare quanto di buono pur c’è. Stupisce, anche, la povertà del beneventano, zona interna in larghissima parte incontaminata e ricca di giacimenti gastronomici, sapori e peculiarità che tuttavia, forse per mancanza di investimenti, non riesce a veicolare attraverso un’adeguata offerta della ristorazione. Una parola la merita anche Napoli che non vede alcun osteria insignita del maggior riconoscimento Slow Food. Sono aspetti critici che segnaliamo come spunti di riflessione a livello territoriale, convinti come siamo che con qualche sforzo si possa eguagliare almeno il secondo posto savoiardo, se non altro in termini di numero di chioccioline Slow Food. Gianna De Lucia, responsabile della comunicazione per Slow Food Campania, ci dice: “La ristorazione sta attraversando un momento non facile e non solo a causa della crisi che attanaglia i vari settori produttivi. La percezione della ristorazione come un “servizio” sta via via lasciando il passo ad un approccio nuovo, che segna una crescente attenzione verso la materia prima e il territorio. Se da un lato abbiamo ristoratori sempre più impegnati nella ricerca delle materie prime e di tecniche di cucina innovative, dall’altro abbiamo consumatori sono sempre più attenti e consapevoli. Questo a indubbio vantaggio di una crescita ormai irreversibile verso un nuovo concetto di Osteria e una rinnovata figura di oste. Con un occhio alla tradizione e uno all’innovazione.”
A seguire l’elenco delle chiocciole 2015 in Campania
Napoli e provincia
- Fenesta Verde, Giugliano in Campania
- Il Focolare, Barano d’Ischia
- Lo Stuzzichino, Massa Lubrense
- ’E Curti, Sant’Anastasia
- Abraxas, Pozzuoli
Salerno e provincia
- Tre Sorelle Casal Velino
- Al Convento, Cetara
- Luna Galante, Nocera Superiore
- Angiolina, Pisciotta
- Perbacco, Pisciotta
- ’O Romano, Sarno
- La Piazzetta, Valle dell’Angelo
Avellino e provincia
- La Pignata, Ariano Irpino
- Valleverde Zi’ Pasqualina, Atripalda
- Di Pietro, Melito Irpino
- Osteria del Gallo e della Volpe, Ospedaletto d’Alpinolo
- La Ripa, Rocca San Felice
Benevento e provincia
- Nunzia, Benevento
- La Locanda della Luna, San Giorgio del Sannio
Caserta e provincia
- Gli Scacchi, Caserta