Se state leggendo queste poche righe, una cosa è certa: vi piace il cibo, vi piace parlare di cibo e, se non ci si affatica troppo (anche perché è meno gratificante) leggere di cibo.
La cucina è cool, ammettiamolo, ma attenti alle insidie, perché il pericolo è dietro l’angolo.
Siamo, dentro di noi, convinti tutti di essere grandi chef, convinti che nessuno chef da Masterchef sia alla nostra altezza, convinti che “come mangio a casa mia non mangio fuori”.
Certo ora lo negherete, e lungi da noi convincervi del contrario, ma siete proprio certi che i vostri inviti a cena non corrano sul filo di una competizione sfrenata, alla ricerca spasmodica di una ricetta sorprendente con cui far sposare il caviale con la porchetta di Ariccia?
Ore ed ore a pensare, organizzare e preparare questi manicaretti per poi sfoggiare la classica aria da chi ha semplicemente ordinato una pizza da asporto, nell’attesa di quei complimenti che gratificano più di un barattolo di Nutella (ma senza sensi di colpa).
Oltre all’anfitrione, non meno rilievo hanno gli altri commensali che assumono il ruolo del fan sfegatato, del conoscitore esperto, dell’invidioso sornione che ritenterà senza esito di riproporre i vostri inarrivabili manicaretti, dell’inzuppatore seriale e del “a me solo una cucchiaiata” a cui non crede mai nessuno.
L’immagine è grottesca, è vero, ma ci rappresenta in pieno.
Così, se per puro caso, avete voglia di avere un ritratto spietato della natura delle Forchette Caudinae vi invitiamo a vedere il film che meglio ci rappresenta… Cena tra amici … bon appetit.