cronaca della serata di caccia

Ho un debole per Oppida Aminea, l’isola beneventana dell’Arcipelago Muratori, degli omonimi viticoltori che dalla Franciacorta, passando per la Toscana, si sono spinti sino in Campania. Tre regioni, quattro tenute: Villa Crespia ad Adro, a pochi chilometri da quel luogo di culto gourmet che è Erbusco, dedicata, manco a dirlo, alle bollicine; Rubbia al Colle in val di Cornia, a cavallo tra la Maremma livornese e quella grossetana, tra mare ed aree naturali protette, dedicata ai rossi; Giardini Arimei ad Ischia e la già citata tenuta di Benevento dedicata ai “gialli di natura” greco, fiano, falangina e coda di volpe.
Ho un debole, dicevo, e lo denuncio con sincerità ai lettori; manco, del resto, sarebbe giusto non scrivere di tutto ciò che particolarmente piace o per cui si abbia una pendenza di cuore.

Come da tradizione che ha superato il lustro, Oppida Aminea ha organizzato giovedì scorso la Caccia al Giallo, giocosa gara enoica, in questa sesta edizione generosamente dedicata ad ospitare un confronto tra produttori, sanniti e non. Presenti, oltre la cantina organizzatrice, Caputalbus, Nifo Serrapochiello, Cautiero, Vinicola del Titerno, Cantina Cavalier Pepe, Colli di Lapio di Clelia Romano, La Sibilla. Guest star l’enologo Angelo Pizzi, che ha, come sempre, distribuito perle di sapienza e saggezza sul lavoro in vigna e le caratteristiche dei vitigni. Un piacere ascoltarlo.  Serena Gusmeri, raro esempio di donna enologa, brava e sempre cordiale ha, poi, illustrato i vini e la filosofia di Oppida Aminea.

La competente platea pagante è stata coinvolta grazie al pressante impegno della delegazione AIS di Benevento, guidata dall’infaticabile Mariagrazia De Luca, capace di allestire una sala perfetta nel nobile quanto desolato luogo di nessuno che è Palazzo Paolo V, il palazzo di città da sempre.

Il gioco consisteva nell’individuare, in una degustazione alla cieca, l’espressione non sannita di ciascuna delle quattro tipologie di vino da uve a bacca gialla: falanghina, fiano, greco e coda di volpe.

Ha vinto la squadra partecipata, tra gli altri, dal gentile collega Pasquale Carlo, grosso di stazza e sapienza enologica, che è riuscita nell’en plein, indovinando tutte le declinazioni non sannite dei vini proposti. Dopo i dodici calici in degustazione,  gran finale con i gustosissimi salumi dell’azienda agricola Mastrofrancesco di Morcone.

È stato davvero un bel segno di apertura mentale e grande generosità per il territorio coinvolgere produttori concorrenti in un’iniziativa di promozione aziendale. La possibilità di un territorio di divenire attraente e competitivo dipende, a mio avviso, dalla capacità degli operatori economici di ragionare come sistema e cooperare con fiducia per crescere, lasciando a casa piccole, grette e limitanti invidie da retroguardia imprenditoriale.

L’Arcipelago Muratori, in questa ottica, dal mio appassionato punto di vista di beneventano e sannita, ha dato giovedì sera un grande contributo alla diffusione della cultura della fiducia  e della cooperazione per una crescita comune.

E’ probabile che un po’ più d’attenzione, egoisticamente, Oppida Aminea debba dedicarla alla rappresentazione di se stessa. Passata la Caccia al Giallo, difatti, nel suo territorio è un’azienda fantasma che produce vini fantasma. Prova ne sia che un autorevole amministratore locale, passato di sfuggita a far gli onori di casa, abbia candidamente osservato: “io non conoscevo l’esistenza di questa azienda a Benevento”.

Vini gialli, comunicazione sbiadita insomma. Un tesoro di cui si omette il racconto e la cui responsabile ne rappresenta un’immagine forse un po’ troppo sbarazzina, se non scapestrata.

È l’era dei social, lo sappiamo e li usiamo massivamente, anche per pubblicare questa cronaca ad esempio; nelle occasioni ufficiali, tuttavia, osiamo opinare, spegnere lo smartphone e dedicare una maggior cura alle relazioni e alla rappresentazione aziendale sarebbe più utile.

Resta inalterato il nostro amore per questa tenuta e per i suoi vini, la cui Coda di Volpe abbiamo raccontato recentemente, nel corso di in un piacevolissimo incontro organizzato, nell’ambito del Forum delle Culture, dal Consorzio Sannio Tutela Vini.

Leggi qui il racconto della Coda di Volpe Oppida Aminea.
www.arcipelagomuratori.it

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