Cara mamma, abbiamo sbagliato

Cara mamma, ma anche caro papà, povero me, abbiamo sbagliato. Nessuno di noi ha avuto ragione.

Non tu, papà, anticomunista, democristiano, poi berlusconiano, poi renziano.
Non io, di sinistra, indignato, poi renziano, poi mastelliano.
Non tu, mamma, che hai mal digerito il mio masselliamo e sei protestataria, minoritaria, di sinistra, quasi grillina.
Abbiamo sbagliato tutti.

Se, a 60 ore dall’ammissione al pronto soccorso, sei ancora in barella in attesa di un letto o di un posto letto, mamma, vuol dire che nessuno tra i partiti, le posizioni e i leader che abbiamo sostenuto e votato, e che hanno governato per decenni, è stato utile a costruire un paese dignitoso.

Non c’è utilità sociale né personale nelle nostre idee e nelle nostre scelte che hanno coperto l’intero arco costituzionale democratico.

Si dice che astenersi dal voto e dall’impegno politico sia atto di ignavia. Oggi, però, se mi fossi astenuto, potrei non sentirmi in colpa vedendo la combattiva Anna, agguerrita sino ieri pomeriggio, abbattuta, fiaccata, quasi inerme.
Il senso di fallimento che già mi pervadeva, ora è più acuto. E perché non dimentichi, si concentra in questo ginocchio distrutto dalle ore passate in piedi, al freddo, per evitare di respirare, seppur con l’ipocrita mascherina obbligatoria, in una sala d’aspetto troppo piccole e troppo poco arieggiata per la copiosa affluenza dei congiunti dei disgraziati in cura oltre la porta.

E il personale non c’entra nulla, in tutto questo. È palesemente insufficiente in numero e sopperisce alle diffuse carenze con abnegazione tanto encomiabile quanto largamente incompresa. Mantiene ferma, con un sapere frammisto di scienza, umanità e pragmatismo burocratico, una linea di trincea male organizzata dai capi. Un linea assaltata da disperati e anche meno disperati, di cui si sono lavati le mani i medici di base. Ho ascoltato di tutto in questi giorni: «mi formicola la gamba, il medico mi ha detto vai al pronto soccorso», «mi fa male la spalla, ho chiamato il medico che mi ha detto di venire qui», «ho fatto la terza dose Pfizer e ho il braccio pesante, sono trombofiliaca, il medico mi ha detto di venire a farmi vedere»

Sono assalito da un pensiero lancinante. Chissà che non sia alla radice il fallimento delle nostre scelte, intendo mie e dei miei genitori. In fondo l’unica posizione sempre bandita in questa famiglia disgregata è stata quella antidemocratica e illiberale. Chissà che il fallimento non sia nell’aver sempre creduto e coltivato la democrazia e la libertà.
Forse non sono lucidissimo per poter ragionare stamattina.