Sul Mattino di sabato 23 febbraio 2019 è apparso un intervento di Roberto Costanzo (già Assessore Regionale all’agricoltura) che qui riportiamo
“Per quest’anno la “Città europea del vino” avrà la sua sede nel Sannio: il dovuto riconoscimento a un territorio che soprattutto nella seconda metà del secolo scorso ha fatto passi da gigante in campo vitivinicolo. Non tanto per la quantità di uva prodotta, ma soprattutto per il diffuso ammodernamento degli impianti viticoli degli anni ‘60 e ‘70, con il passaggio da vigneti promiscui a specializzati, nonché per l’avvio di nuovi sistemi di vinificazione anche a seguito della nascita nel Sannio delle più importanti Cantine sociali del Mezzogiorno.
Tuttavia, fino a tutti gli anni 80, la maggior parte del vino sannita viaggiava in autobotti per andare ad arricchire i vini del centro-nord. Botti e non bottiglie. Oggi circa il 70% del prodotto viene imbottigliato nel Sannio, con marchi e brand di assoluto rispetto, da più di 120 ditte imbottigliatrici, quasi tutte aziende agricole, oltre alle quattro grandi cantine sociali.
Ma il vero miracolo dell’ultimo ventennio è stato l’esplosione del bianco Falanghina. Un tipico vino sannita, con oltre duemila anni di storia, che solo alla fine degli anni 70 proprio nel Sannio comincia a essere imbottigliato e che oggi è diventato uno dei più noti vini bianchi d’Italia. Con la sola Falanghina siamo arrivati a oltre 12 milioni di bottiglie: il quinto posto tra i più famosi bianchi d’Italia.
All’inizio del secolo si parlava di “Falanghina Felix”. Anche per questo oggi il titolo della manifestazione è “Sannio Falangghina Città Europea del Vino 2019”. Non senza motivo ne vanno orgogliosi i cinque sindaci dei comuni che costituiscono il nucleo portante dell’evento.
Non sono mancate le polemiche sulla cerimonia di inaugurazione: polemiche da non ignorare purché non risultino frenanti o fuorvianti per il rilancio delle eccellenze sannite. Purché non ci si esaurisca nei cerimoniali e nelle rituali manifestazioni e si sappia allestire promettenti idee strategiche per il rilancio a tutto campo della vitivinicoltura sannita.
Nel secolo scorso la provincia era nota soprattutto per il liquore Strega, oggi sta acquistando notorietà per la Falanghina. Strega & Falanghina potrebbero rappresentare, in qualche combinazione, due brand vincenti per lo sviluppo agroalimentare e per il turismo.